Il socio si definisce infedele quando questi viola l’obbligo di fedeltà allacciando rapporti di convenienza con soggetti concorrenti all’azienda per cui lavora. In questi casi i soci infedeli condividono e diffondono informazioni strategiche che dovrebbero rimanere riservate.

Inoltre, in aggiunta agli obblighi in capo al dipendente normale, i soci e dirigenti hanno obblighi e responsabilità maggiori, in virtù proprio del loro ruolo dirigenziale. 

Infatti, chi ricopre un ruolo di vertice conosce informazioni vitali per un’azienda. Per questo molto spesso i soci sono vincolati da un patto di non concorrenza, la violazione del quale configura certamente un atto di concorrenza sleale.

Un altro caso ancor più grave che configura reato, si ha quando il socio infedele è tale in virtù di un’infedeltà patrimoniale come definita dall’art.2634 del Codice Penale.

L’infedeltà patrimoniale del socio (amministratore, direttore generale o liquidatore) si verifica quando questi pone l’interesse economico proprio, sopra a quello dell’azienda, procurandosi indebitamente un profitto o altro vantaggio.